Pensieri fluttuanti
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Del tempo
E’ la mania di mettere il carro davanti ai buoi, di ambire a raggiungere la meta sottovalutando il viaggio, di anticipare il tempo, di pensare al poi, al se, al quando, al ma. E’ tutto questo che ci fa vivere malamente. Se c’è una cosa che ho imparato nel visitare certi luoghi è il differente modo di percepire il tempo oggettivo, ma soprattutto quello interiore. Fu Henri Bergson, nel suo Saggio sui dati immediati della coscienza, a dividere per la prima volta il concetto di Tempo in oggettivo e percepito. La durata interiore non è altro che il modo in cui la nostra mente percepisce il trascorrere del tempo legato alle…
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L’arte di tacere
PRINCIPI NECESSARI PER TACERE E’ bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio. Esiste un momento per tacere, così come esiste un momento per parlare. Nell’ordine, il momento di tacere deve venire sempre prima: solo quando si sarà imparato a mantenere il silenzio, si potrà imparare a parlare rettamente. Tacere quando si è obbligati a parlare è segno di debolezza e imprudenza, ma parlare quando si dovrebbe tacere, è segno di leggerezza e scarsa discrezione. In generale è sempre meno rischioso tacere che parlare. Mai l’uomo è padrone di sé come quando tace: quando parla sembra, per così dire, effondersi e dissolversi nel discorso, così…
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Al Gran Balon
Ieri era una giornata caldissima al Gran Balon di Torino. Il sole era così cocente che le candele nelle bugie, posizionate in bella mostra, si ripiegavano su se stesse in falsi inchini per visitatori distratti. Sono particolarmente legata a questo posto, i ricordi dell’infanzia si mischiano con quel mio assurdo ostinarmi a non voler lasciare andare le cose e neppure le persone. Le tengo sempre dentro di me, in qualche angolo nascosto, al riparo da qualsiasi improvviso istinto di pulizia, di sradicazione, di annientamento che in fondo, poi, sarebbe soltanto un atto dovuto per salvaguardare la mia stessa sopravvivenza. Passeggiavo tra i banchi con un senso di malinconia profonda, niente…
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Mondi
Creare mondi. Bisogna imparare ed insegnare ai nostri figli a creare mondi nei quali la sopravvivenza delle emozioni, dei sentimenti sia garantita, nei quali i legami che ci uniscono non siano sciolti nell’indifferenza, nella lontananza e neppure nel disamore. Non si tratta di vivere scollati dalla realtà e neppure in uno spazio fantastico, immaginario, men che meno virtuale. Tutt’altro. Riuscire a far scorrere l’uno sull’altro il reale concreto ed il reale percepito nella nostra interiorità è un esercizio affatto semplice. Significa avere dentro di sé filtri a maglie finissime per trattenere sensazioni, istantanee di attimi, significa guardarsi attorno con il microscopio per imparare a leggere i disegni e gli scritti…
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Genetliaco
Bisogna saper invecchiare con grazia e leggerezza, lasciare la rabbia e l’irruenza dentro una scatola di latta, insieme alle foto di famiglia, quelle che si guardano con il nodo in gola e gli occhi umidi. Bisogna saper scendere dal letto lentamente, per non sentire la testa che gira e le ginocchia che scricchiolano, ripetere le poesie a memoria per allenarsi a non dimenticare. Si ha una vita davanti per imparare ad invecchiare: 9 mesi per venire al mondo ed una media di 80 anni per andarsene. Basta farci l’abitudine e guardare al futuro da un’altra prospettiva, quella che permette di capire che sono molte di più le cose fatte rispetto…
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Dell’inquietudine
“Il mio desiderio è fuggire. Fuggire da ciò che conosco, fuggire da ciò che è mio, fuggire da ciò che amo. Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo. Non voglio più vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni. Voglio riposarmi, da estraneo, dalla mia organica simulazione. Voglio sentire il sonno che arriva come vita e non come riposo. Una capanna in riva al mare, perfino una grotta sul fianco rugoso di una montagna, mi può dare questo. Purtroppo soltanto la mia volontà non…